L'imposta patrimoniale dell'ultimo secolo
Pubblicato da alessio in Patrimoniale · 23 Maggio 2020
Tags: catasto, patrimoniale, paradiso, fiscale
Tags: catasto, patrimoniale, paradiso, fiscale
Quest’anno ricorre l’anniversario dei 100 anni della prima imposta patrimoniale italiana nel 1920.
1920 Gov. Nitti patrimonio persone fisiche
1936 Gov. Mussolini Immobili persone fisiche/ capitale società
1940 Gov. Mussolini Immobili persone fisiche/capitale società
1950 Gov. De Gasperi Patrimonio persone fisiche/capitale società
1973 Riforma tributaria (Cosciani) Invim sugli immobili
1992 Gov. Amato ICI sugli immobili
2012 Gov. Berlusconi Imu su immobili
Scorrendo le soluzioni scelte l’oggetto preferito delle imposte patrimoniali sono gli Immobili ma quella che è rimasta impressa soprattutto fino ai nostri giorni è l’intervento di Amato con l’imposta straordinaria, meglio dire prelievo forzoso del 0,6% sui c/c, anche se in quell’occasione imposero anche una imposta sui beni di lusso e sul patrimonio netto delle società per lo 0,75% che poi si è evoluta nell’Irap nel tempo.
Gli altri Stati Europei cosa hanno fatto:
Francia: Imposta sulla fortuna che dal 2018 incide solo sugli immobili mentre prima anche sull’attività finanziarie.
Germania: la Vermoegensteuer fino al 1997 copriva tutto dopo è stata trasformata in una imposta sugli immobili a livello comunale che varia dalll’0,26% all’1%.
Spagna: Imposta sui beni immobili del 2020 per ridurre il deficit dallo 0,25% all’1,30%.
Regno Unito: Imposta a livello comunale sugli immobili dall’1,2% al 3,5%.
Quindi anche a livello europeo si predilige colpire gli immobili e in effetti in Italia già adesso circa la metà del gettito annuo è costituita da “patrimoniali” (imu/ici/tasi).

Quello che spicca è che le imposte sulla successione rendono l’Italia ancora un paradiso fiscale.
A livello europeo il modello di sviluppo economico spinge verso una diminuzione delle imposte sul reddito e ad un aumento delle imposte sui consumi e sugli immobili.
Ci sono diverse indicazioni della Commissione Europea, dell’OCSE e pure del FMI in questa direzione e l’Italia le ha recepite attuando e completando le linee guida della riforma del catasto proprio a febbraio 2020 prima che scoppiasse la pandemia.
