The Great Resignation e l'Effetto Burnout

Più volte mi avete sentito dire che non sapevamo quali cambiamenti avrebbe portato questa pandemia e quali cambiamenti avremmo avuto sul consumatore finale, vero motore dell’economia, almeno negli Usa.
Ed ecco che la prima triste sorpresa arriva dal mercato del lavoro.
Negli Stati Uniti è un fenomeno già molto diffuso:
la Grande Dimissione, cioè la fuga volontaria dal lavoro, molto spesso a tempo indeterminato per abbracciare uno stile di vita più lento che non subisca le pressioni h24 del lavoro.
A questo fenomeno si è aggiunto e già catalogato dall’OMS l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’Effetto Burnout causato da ansia e stress eccessivo di lavoro con conseguenti incrementi di casi di depressione.
L’OMS ha catalogato questa sindrome fra le malattie dovute ad uno stato di esaurimento sul piano fisico e mentale dovuto a lavoro eccessivo.
In Italia è stato censito come “Stress da lavoro correlato” ed è causato del protrarsi di fattori propri del contesto e del contenuto lavorativo troppo intensi e sproporzionati alle capacità del lavoratore.
Purtroppo questo fenomeno è già arrivato anche in Europa e in Italia; grazie ad un contatto in una multinazionale che opera sul nostro territorio ho scoperto che non solo questa azienda ha uno sportello e un numero verde per aiutare i dipendenti fragili 5 giorni alla settimana, ma che è molto richiesto.
Concludo queste poche righe ricordando che quello che avevo intuito nel mio ultimo ebook “L’economia della paura” si sta già avverando e le società farmaceutiche che producono antidepressivi stanno macinando utili.
nb per chi ancora non avesse letto il mio ultimo ebook lo trova qui nel post precedente.
